Medjugorje è un villaggio dove, nonostante stiano spuntando alberghi come funghi per accogliere i pellegrini, negozi e negozietti di ogni genere per lo shopping non solo religioso, locali e localetti per il ristoro, il materialismo all’occidentale, il consumismo non hanno ancora prevalso sulla dimensione spirituale, ossia umana e, quindi, cristiana.
E, dunque, non ci si vergogna a inginocchiarsi e a pregare, ovunque l’ambiente circostante consenta un minimo di raccoglimento.
E’ usuale camminare con il rosario in mano, raggrupparsi, magari sul prato, e recitare insieme una o più corone sommessamente, per non disturbare il pellegrino solitario o il gruppetto accanto.
Insomma lì si può dare libero e gioioso sfogo al proprio desiderio di Infinito, di rapporto con il Mistero, con Dio, con la Gospa (la Madonna). Anche la natura intorno sembra pregare con te…
Ti sembra di essere fuori dal mondo, ma senti che “quello” è il “tuo” mondo, la tua “vera” casa; che sei fatto per abitare lì e non vorresti più staccarti.
Poi devi tornare nel mondo solito, per il quale ti assale una sorta di estraneità, mentre provi nostalgia per quell’altro. Insomma è proprio vero che il cristiano sta in questo mondo, finchè Dio vorrà, ma non è di questo mondo. Vive qui per imparare a riconoscere Lui ovunque e in chiunque, per cooperare alla Sua creazione, per offrire amore, gioia, letizia, anche nella sofferenza, pur intriso di peccato.
Medjugorje è uno dei luoghi di ricarica spirituale, da cui ripartire per combattere la buona battaglia per la conversione del cuore proprio e del prossimo, alla riconquista del centuplo promesso, qui ed ora, anticipo di “quel” mondo, in cui godremo finalmente della vita eterna.
E’ sperimentato che lì la sensibilità si acuisce e il cuore palpita commosso, gongola felice, come fosse tra le braccia della mamma (e la Mamma c’è davvero). Perché?
Perché noi tutti siamo una “cosa” dell’altro mondo in questo mondo: l’esperienza lo conferma. Andate a Medjugorje e scopritelo anche voi.
il Gioiese