Consolazioni a buon mercato


L’industria del falso
Copie, imitazioni, falsi… Oggi è molto fiorente l’industria delle imitazioni dei prodotti di marca e di qualità. Assomigliano all’originale: un bell’orologio, una bella borsa, un bell’apparecchio fotografico… costano anche poco, ma dopo un po’ ti accorgi che si guastano presto e sono solo da buttare via… A volte conviene spendere di più, aspettando di avere i soldi necessari, ma avere qualcosa che veramente valga, sia efficace, duri…
Non si tratta necessariamente di essere ingannati: a volte si compra coscientemente ciò che sappiamo essere imitazione e falso, aspettandosi chissà quale convenienza, oppure per mostrare agli altri di avere anche noi quell’oggetto. Oggi è di moda avere il telefonino portatile: farsene vedere in giro con uno è un grande prestigio, così a qualcuno è venuta l’idea di costruire dei telefonini falsi che costano poco, vuoti dentro, che si possono portare in giro e magari fare finta di telefonare…
Copie, imitazioni, falsi… Spesso si fa anche passare per cristianesimo ciò che altro non è che un patetico e vano travestimento della verità, qualcosa che nulla ha a che fare con quanto autorevolmente afferma la Bibbia. Si, perché come non tutto ciò che luccica è oro e come non basta mettere su una bottiglia l’etichetta “vino” perché lo sia di fatto, non tutto quello che si dice cristiano lo è veramente.
Le contraffazioni in questo campo abbondano specialmente quello che è un tragico inganno perpetrato – quel che è peggio – verso chi soffre….”le consolazioni a buon mercato”.
Un grave fraintendimento
Quante volte, davanti a chi soffre, certamente anche con sincerità da parte nostra, si dice: tutto ti andrà bene, spera sempre, abbi fede in Dio, Dio è buono… Dio perdona… prega e risolverai il tuo problema… Lui ti darà forza… Lui ti salverà… senza rendersi conto di perpetrare davanti a quella persona, un tragico inganno!
Ma come – direte voi – non è forse vero che Dio è buono, che perdona e che risponde alle preghiere? Si,  tutto questo è vero, ma a certe condizioni!
Un giorno ho incontrato in ospedale un uomo che, prima ancora che gli dicessi qualcosa, mi disse beffardamente: “Davanti alla mia malattia lei mi dirà sicuramente di pregare, ma io ho pregato e non mi è successo niente…. Tutte le vostre preghiere e il vostro Dio non sono che fandonie…”.
Avrei però potuto rispondergli: “Vede, lei per tutta la vita di Dio se n’è fregato altamente, è vissuto come se non esistesse, ignorandolo e trasgredendo allegramente le sue leggi: perché mai Dio dovrebbe ora rispondere alle sue cosiddette preghiere? Se lei vuole scoprire quanto siano vere le preziose promesse che Dio fa nella Sua Parola, si metta prima a posto con Dio nei termini che Egli ha indicato, chieda perdono per i suoi peccati, Lo implori affinchè Egli la lavi con il prezioso sangue di Cristo, Gli chieda il ravvedimento e la fede, Lo scongiuri di adottarlo come Suo figliolo, ed allora sarà nella posizione di chiederGli qualcosa.”.
Illuderei la gente con le consolazioni e le promesse della Bibbia, e predicherei un cristianesimo falso e contraffatto, se io non mettessi in chiaro che queste consolazioni e promesse sono state rivolte a persone particolari che già intrattenevano con Dio quello speciale rapporto che la Bibbia stessa definisce e che solo le rende efficaci. E’ come se, per assurdo, io ad un poveraccio dicessi: “Vedrai che un giorno il famoso miliardario Rockfeller ti aiuterà e ti farà tuo erede. Abbi fiducia! Continua a sperare!”. Non sarebbe un tragico inganno? Perché mai dovrebbe farlo se non hai mai avuto alcun rapporto con lui e non hai mai nemmeno provato a scrivergli per proporgli di diventare suo figlio adottivo!”. Allo stesso modo oggi c’è troppa gente che prende per scontate le promesse di Dio, ma è nella condizione di farle proprie?
Un bellissimo testo
speranza

Prediamo per esempio un bellissimo testo biblico di consolazione che si suole leggere in particolari circostanze di disagio e di sofferenza, Isaia 43:1-7: “Ma ora così parla il Signore, il tuo Creatore, o Giacobbe, colui che ti ha formato, o Israele! Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio!  Quando dovrai attraversare i fiumi, essi non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà,  perché io sono il Signore, il tuo Dio, il Santo di Israele, il tuo Salvatore; io ho dato l’Egitto come tuo riscatto …  Perché tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo, io do degli uomini al tuo posto, e dei popoli in cambio della tua vita. Non temere, perché io sono con te, io ricondurrò la tua discendenza da oriente, e ti raccoglierò da occidente… tutti quelli cioè che portano il mio nome, che io ho creati per la mia gloria, che ho formati, che ho fatti”.

Magnifiche promesse, non è vero? A chi però sono state rivolte? Abbiamo il diritto di farle nostre, su quale base e se si, a quali condizioni?
A chi sono rivolte queste parole
Quelle che abbiamo letto sono le parole che il Signore Iddio rivolge tramite il profeta Isaia al popolo di Israele, il Suo popolo eletto, in un particolare momento della sua storia.
Il popolo di Israele considera con sgomento la desolazione operata dai suoi nemici sul suo territorio e sulla sua popolazione, e se ne chiede il perché. Iddio così lo conduce a riflettere su sé stesso e a considerare come questa non sia che la diretta – e per altro prevista – conseguenza della loro disubbidienza alle clausole del Patto che hanno stipulato e che li lega a Dio e  li rende Suo popolo.
Il profeta dice: “Chi ha abbandonato Giacobbe al saccheggio e Israele in balia dei predoni? Non è stato forse il Signore? Colui contro il quale abbiamo peccato, nelle cui vie non si è voluto camminare, e alla cui legge non si è ubbidito? Perciò egli ha riversato su Israele la sua ira furente e la violenza della guerra; la guerra l’ha avvolto nelle sue fiamme, ed egli non ha capito; l’ha consumato, ed egli non se l’è presa a cuore” (Is. 4:24,25).
Si, i fatti che stavano capitando a Israele erano conseguenza del giudizio di cui erano fatti oggetto da parte di Dio. Però: forse che ora dovevano considerarsi abbandonati da Dio per sempre? No, il Signore vuole confortare e consolare Giacobbe-Israele, il popolo salvato dall’Egitto. Israele non doveva aver paura. Il Signore dice: “Nonostante tu sia stato largamente insensibile alle motivazioni per cui il mio giudizio ti ha colpito, e che io potrei farti oggetto di giudizi ancora più pesanti, io ti tratterò con misericordia”. Sebbene molti si siano dimostrati intrattabili, l’amore di Dio continuerà ad essere rivolto al Suo popolo, ed il corpo della nazione sarà riservato alla Sua misericordia. Perché? Perché il popolo può ricevere queste assicurazioni?
I. I presupposti della Sua cura
Dobbiamo chiederci: su quale base Dio si prende cura e si interessa del Suo popolo? Giacobbe-Israele, sebbene sia finito in condizione miserevole a causa del suo peccato, continuerà a godere della benedizione di Dio perché:
1. Sono opera Sua

Il popolo di Israele è “un’idea di Dio”, è stato creato e formato di Sua iniziativa per un compito particolare da svolgere nella storia. Con il popolo di Israele Dio si è proposto un piano che Egli, Dio, porterà a compimento fedelmente nonostante la debolezza e l’infedeltà di questo popolo. Dio li ha creati come popolo: non soltanto ha dato loro l’esistenza, ma li ha portati a formare una nazione, ha costituito il loro governo ed ha dato loro una speciale ‘carta costituzionale’ che essi hanno firmato, il patto che li lega a Dio e l’uno con l’altro.

Questa certezza di benedizione da parte di Dio vale pure per tutti i discendenti spirituali di Abramo, cioè tutti coloro che, gente di ogni luogo e tempo, ravvedendosi dei loro peccati e affidando consapevolmente la loro vita al Signore e Salvatore Gesù Cristo, sono stati così, secondo le promesse di Dio, resi membri del Suo popolo, la Chiesa, adottati nell’ambito della Sua famiglia, resi titolari dei diritti e dei doveri che questo comporta, e quindi rassicurati che Dio manterrà fede anche per loro alle Sue promesse.
Se siamo credenti, siamo, come dice la Scrittura, “opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo” (Ef. 2:10).
Solo un miracolo ha potuto fare di me, peccatore, una nuova creatura e un membro del popolo di Dio. Le promesse di Dio sono per me e mi consolano, perché Egli tratterà con grazia l’opera delle Sue mani. Dio mi ha reso membro del Suo popolo, sono Suo figlio adottivo, Egli mi ha unito a Sé stesso. Sono stato creato per la Sua gloria, Dio onorerà le Sue promesse e manifesterà la Sua gloria nel liberare chi ha voluto inserire nei Suoi piani.

2. Sono stati riscattati da Lui 

Un’altra base per cui posso essere sicuro della Sua protezione è che Dio, per amore di Sé stesso, ha sempre redento il popolo che Gli appartiene. Dalla terra di Egitto Egli ha spezzato le catene che legavano Israele in schiavitù. “Nel suo amore e nella sua benevolenza egli li redense” (Is. 63:9) dice la Scrittura.

Se questo è vero com’è stato vero storicamente per il popolo di Israele, ancora di più Egli si prenderà cura di coloro che sono stati redenti col sangue di Suo Figlio. Sei stato chiamato a far parte del popolo di Dio ed hai risposto di sì assumendotene tutti i diritti ed i doveri? Si? Allora il sangue del sacrificio di Cristo è stato sparso sulla tua vita e sei stato purificato da tutto ciò che la guasta e la corrompe, per il tempo e per l’eternità. I cristiani autentici possono dire di aver fatto un taglio netto con gli usi ed i costumi di un’umanità vana, ribelle e senza Dio, di essere come morti a tutto ciò che a Dio dispiace. “Avete imparato, per quanto concerne la vostra condotta di prima a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici, a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente, e a rivestire l’uomo nuovo che è creato ad immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità” (Ef. 4:22-24). Se questo è avvenuto nella tua vita, sei titolare anche tu delle promesse di Dio. “…perché io ti ho riscattato” e quindi, dice il Signore, Ti riscatterò ancora.
3. Un popolo particolare

I membri del popolo di Dio possono essere consolati perché sono il Suo popolo particolare. Egli “li ha chiamati per nome”. “Ti ho chiamato per nome”, dice il nostro testo, il nome di “popolo di Dio” che per loro era tanto peculiare come quello di Israele. Israele non era un popolo come gli altri, ma era stato formato fra tutti gli altri popoli per grazia di Dio ad una missione particolare.

Ascoltate ciò che il Signore dice sulle responsabilità di chi Gli appartiene: “Oggi, il Signore, il tuo Dio, ti comanda di mettere in pratica queste leggi e queste prescrizioni; osservale dunque, mettile in pratica con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua. Tu hai fatto dichiarare oggi al Signore che egli sarà il tuo Dio, purché tu cammini nelle Sue vie e osservi le Sue leggi, i suoi comandamenti, le sue prescrizioni, e che tu ubbidisca alla sua voce. Il Signore ti ha fatto oggi dichiarare che sarai un popolo che gli appartiene, come egli ti ha detto, e che osserverai tutti i suoi comandamenti, affinché egli ti metta al di sopra di tutte le nazioni che ha fatte, quanto a gloria, rinomanza e splendore e tu sia un popolo consacrato al Signore tuo Dio, come Egli ti ha detto” (De. 26:16-19).
Questo è il popolo che Dio benedice, perché legato a Lui da un preciso patto. Tu sei legato a Dio in Cristo da un simile patto, è Dio il Tuo Dio esclusivo a cui rendi fiducia ed ubbidienza? Coloro che hanno Dio con loro non devono temere chi o che cosa può essere contro di loro. Per questo il credente può dire: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? … in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori in virtù di colui che ci ha amati” (Ro. 8:35,37).
II. I precedenti della Sua cura
Se questi sono come sono i presupposti della cura e della benedizione del Signore, possiamo avere oggi la testimonianza che Dio è stato fedele a queste sue promesse, sia nel passato, fra l’antico popolo di Dio, che nel presente. Innumerevoli sono infatti le testimonianze di uomini, donne, e bambini, che hanno toccato con mano la veracità delle promesse di Dio. E’ il nostro stesso testo che cita questo dato di fatto riportando due situazioni concrete che il popolo come tale ha vissuto. Quanti casi però, anche a livello personale, potrebbe contare!
1. A caro prezzo 

Dio ha acquistato per sé stesso il Suo popolo, antico e moderno, veramente a caro prezzo. Gli Etiopi li avevano invasi al tempo di Asa, essi però non avevano potuto, alla lunga, conservare questa loro conquista, perché Dio non permette che si tocchi il Suo popolo più di quanto non ritenga Egli necessario. Il testo dice: “io ho dato l’Egitto come tuo riscatto”. Dio dimostrò la Sua fedeltà quando colpì gli Egiziani, sia i primogeniti che gli altri, in Egitto, e fece annegare il Faraone ed il suo esercito nel Mar Rosso, per la sicurezza ed il beneficio del Suo popolo nella terra promessa.

Che sono però l’Egitto, l’Etiopia e Sheba, con tutte le loro vite e tesori, a confronto con il sangue di Cristo? Per poter includere noi nel popolo di Dio e farci titolari delle Sue promesse, Dio ha dato il Suo unico figlio a morire sulla croce. Là ha pagato il prezzo del nostro riscatto. A queste condizioni, non ci darebbe Egli forse ogni cosa con Lui? E non vuol dire questo che a coloro che Gli appartengono viene attribuito molto valore? Come potrebbe abbandonare Dio coloro che ha acquistato con così gran prezzo?
2. La riprensione come segno di interesse 

Anche la riprensione e il castigo sono per il credente un segno di Dio che non lo abbandona. Se noi non importassimo a Dio, Egli non si prenderebbe nemmeno la briga di riprenderci e correggerci. La Scrittura dice:“Il Signore corregge quelli che egli ama e punisce tutti coloro che riconosce come figli. Sopportate dunque queste cose per la vostra correzione. Dio vi tratta come figli; infatti, qual è il figlio che il padre non corregga? Ma se siete esclusi da quella correzione di cui tutti hanno avuto la loro parte, allora siete bastardi e non figli” (Eb. 12:6-8). Nel nostro testo il Signore dice al Suo popolo: “Sebbene io ti castigherò per i tuoi peccati, non permetterò ai tuoi nemici di distruggerti completamente”. Dice la Scrittura: “Il giusto è salvato dalla tribolazione, e l’empio ne prende il posto” (Pr. 11:8).

III. Le ulteriori manifestazioni della Sua cura
Ed ecco così come in questo contesto, con questi precisi presupposti, le promesse del Signore acquistano la dolcezza di una concretezza e di una realtà senza pari.
1. Nel fuoco 

Sarebbe stato con loro presente nelle più grandi difficoltà e pericoli: “Quando dovrai attraversare i fiumi, essi non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà” (2).Pensate al personaggio biblico di Daniele, alla protezione che Egli riceve dal Signore quando, per la sua fedeltà a Dio, viene gettato prima in una fossa di leoni e poi nel fuoco, uscendone incolume. Pensate alla calma ed alla determinazione dei martiri della fede, torturati ed uccisi. Pensate alle serene morti di coloro che pur nelle sofferenze hanno testimoniato a noi che il Signore era con loro.

2. Privilegi spirituali 

Senza paura di fare dei favoritismi, il Signore promette a coloro che Gli appartengono, un trattamento privilegiato. Dice loro: “Perché tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo, io do degli uomini al tuo posto, e dei popoli in cambio della tua vita”. Certo non ottengono quelle benedizioni a causa dei loro meriti, ma a causa della grazia di Dio che li ha eletti a vita eterna per magnificare la Sua gloria. Dio avrebbe ancora, all’occasione, privilegiato i loro interessi rispetto a quelli degli altri, ed infine una parte di loro sarebbe stata riportata nella terra promessa dopo che Dio avrebbe suscitato in loro il desiderio di tornare, perché Dio rimane fedele alle Sue promesse nonostante tutto ciò che possano dire e fare i Suoi avversari. Chi è il seme di Israele che sarà così raccolto? Lo dice il v. 7: ” tutti quelli cioè che portano il mio nome, che io ho creati per la mia gloria, che ho formati, che ho fatti”: sono coloro che Dio, nella Sua misericordia ha contrassegnato

Conclusione
Eravamo partiti con la nostra riflessione considerando come tante siano oggi le copie, le imitazioni e i falsi, che si cercano spesso appositamente per ottenere qualcosa facilmente e a poco prezzo. In realtà non otteniamo ciò che cerchiamo, come quello che fa finta di parlare con un falso telefonino, e poi evidentemente non parla con nessuno.
Quanto spesso è lo stesso con il cristianesimo: si danno consolazioni a buon mercato, si illude la gente con false sicurezze, si pensa di essere a posto con Dio o si pretende da Dio quello che non ti potrebbe dare perché in realtà non sei a posto con Dio o non ti avvicini a Lui nei modi e nei termini che Egli ha sovranamente stabilito. Accontentarci di un cristianesimo facile e a buon mercato non ci servirà a nulla. Cercate il cristianesimo genuino, quello a “denominazione di origine controllata”, cioè conforme alla Bibbia, e non secondo i nostri pii ma infondati desideri. E’ un cristianesimo che “costa molto”, ma non avremo mai nulla di adeguato così, con poca fatica. Soltanto nel contesto di un cristianesimo “a caro prezzo” sarà possibile comunicare a quelli della nostra generazione le preziose promesse del Signore: “Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio! “.

di P.Castellina
“La pietà, con animo contento del proprio stato, è un grande guadagno.
Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla; ma avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti.”
(1 Timoteo 6:6-8)

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